Hai scelto di tornare alla terra e al cielo in una notte di giugno, preludio d’estate. E chissà quante cose avresti avuto da raccontarci su questo mese, sul ciclo delle stagioni, sui perché e i percome della storia, della geografia, delle lingue, della musica, dei numeri. Sono sempre state tantissime le parole con cui sapevi distinguerti e ora non è facile scegliere quelle giuste per salutarti.
Ma una delle prime di parole che si legano a te è questa: insegnamento. L’insegnamento per i tuoi tanti, tantissimi bambini, che oggi sono diventati adulti. La scuola era la tua casa, una casa dove la cosa più importante era quella di aiutare tutti e di non permettere mai che qualcuno restasse indietro. Se accadeva ci si fermava per aspettarlo, per tendergli la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Questa è la scuola che hai amato, questi i valori che hai sempre voluto trasmettere. Anche quando hai smesso di lavorare come maestra non hai mai smesso di voler insegnare, anche a te stessa. Come quando hai deciso di studiare l’inglese e traducevi le canzoni, o le volte che sei stata all’Università con Irene e prendevi appunti con gli occhi che ti brillavano.
E infine l’insegnamento è quello che hai lasciato a noi. Noi, le tue nipoti molto più che nipoti. Grazie zia, per noi sarà facile ritrovarti nelle cose belle della vita che ci hai insegnato a riconoscere. Ti ritroveremo nelle note di un pianoforte, nell’etimologia bellissima delle parole, nell’ordine delle case, nella semplicità dei sentimenti. Ti ritroveremo accanto allo zio Emilio, con il tuo sorriso sempre pronto ad accoglierci.
Ti ritroveremo per sempre, o meglio, come ci dicevi tu, per omnia saecula saeculorum.
Grazie di tutto zia Vice,
Le tue nipoti